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lunedì 9 luglio 2012

IL CISTERNONE

Il Cisternone, la "Gran Conserva", grande riserva d'acqua di 8000 metri cubi, è l'opera di Pasquale Poccianti che assieme all'aspetto ingengeristico dai concetti assai avanzati per l'epoca esprime anche un'architettura in perfetto stile neoclassico.
La "Gran Conserva" dieci anni prima della sua inaugurazione, avvenuta il 21 giugno 1843, fu teatro di una festa diventata famosa.
Leopoldo II, detto anche Canapone, era di passaggio a Livorno per il suo viaggio di nozze e per l'occasione fu organizzata una grandiosa festa in suo onore. Furono accese molte candele e l'ambiente era surriscaldato cosicchè quando Canapone e la sua consorte arrivarono non poterono resistere molto all'aria viziata.
Così Leopoldo II decise di eclissarsi e con fare sovrano non mancò, però, di complimentarsi col Poccianti.
Ma il peggio doveva ancora avvenire.
Il popolo, curioso che aspettava fuori, vedendo il granduca che andava via credette che la festa fosse finita e che quindi fosse consentito di visitare il Cisternone.
Gli invitati, che avevano continuato con i rinfreschi, nel vedere entrare tutta quella gente pensarono ad una sommossa popolare.
Tra spavento e stupore ci volle un bel pò per rimettere l'ordine e la festa continuò solamente dopo che ai livornesi fu promesso che la vasca sarebbe stata aperta anche il giorno dopo.



Ai lati della facciata del Cistenone, dovevano essere poste due statue di marmo che rappresentavano le due principali sorgenti che alimentavano l'acquedotto livornese. 
Le statue erano state chiamate Morra e Camorra come il nome dei torrenti nei pressi di Colognole.
Per l'inaugurazione vi furono poste delle statue provvisorie in gesso che presto furono deturpate, mentre  quelle di marmo non arrivarono mai.


Le otto colonne doriche sormontate dal "nicchione" sono l'idea che il Poccianti prese lo spunto da un progetto di Ledoux per un grande albergo.

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