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domenica 8 luglio 2012

LIVORNO E I LIVORNESI


LIVORNO E I LIVORNESI   di Consalvo Nocerini, tratto da “Respirando Livorno”

Livorno è una città senza una grande storia,
è nata ner seicento, tranquilla, senza boria.
Un ha né monumenti, musei o grandi piazze
Ma da piccina, fu ‘r mescuglio delle razze.
Greci, ebrei cor viso der Vangelo,
biondi olandesi con il loro zelo,
donne loquaci coi seni pronunciati,
’omini rei dalla giustizia perdonati,
vennero quì sul Lido di Labrone
pieni di voglia di trovà occupazione.
Ir vento ha fatto ‘r resto, la grande mescolanza,
l’ha uniti tutti insieme con l’uni’a speranza
di rifassi una vita in quer posto variopinto
che nessuna prepotenza in seguito avrà vinto.
Quando ’r libeccio soffia sur fanale
In capo a’ livornesi ni ci s’attacca ‘r sale
Che n’empie der cervello la sostanza
da falli sembrà pieni di arroganza.
Chiaccheran tanto, ni piace divertissi,
le sagre der mangiare, appuntamenti fissi.
Se un figlio di Livorno eccelle in qualche cosa
Fan tutti un grande tifo con forza generosa
Ma la battuta  pronta, salace e un pò ignorante
se un figlio di Livorno magari è stravagante.
Se un giorno c’è bisogno d’aiutà ‘n bimbo malato,
potete stà si’uri ‘he solo non vien lasciato.
Son grandi gi’atori, ni piace la scommessa,
dice ‘he son mangiapreti, che un vadino alla messa,
però a’ loro bimbi ni fanno fà le ‘omunion
perchè poi si ritrovano a grandi tavoloni
a mangià riso mare, cacciucco e fritti misti
cucinati da dè co’hi che sono veri artisti.
L’arte der pennello la ‘mparano da figlioli,
Quand’hanno diciottanni son tutti macchiaioli.
Ribelli e insofferenti alle leggi dello stato,
sortanto per Livorno farebbero ‘r sordato.
Sembrano fatti d’una scorza forte e dura
Ma resistano un sol giorno fori dalle mura.
E quando il loro spirito s’oscura e si fa nero,
chiedano aiuto  a Te madonna, a Montenero

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